Colleghi e colleghe,
Ci sono ottime novità per il nostro mestiere! Per l’ennesima volta giustizia è stata fatta, un ulteriore passo avanti per i nostri diritti è stato compiuto. Il collega Giorgos F. lavorava da 3 anni nella sede di Domino’s Pizza di Agia Paraskevi, dove rivendicava migliori condizioni di lavoro insieme ai propri colleghi e alle proprie colleghe. L’azienda ha cercato di sbarazzarsi del lavoratore “problematico” e dopo una lenta guerra di logoramento ha deciso di licenziarlo. Il collega si è subito mobilitato a livello sindacale: ha sporto denuncia all’Ispettorato del Lavoro e ha intrapreso un’azione legale contro l’azienda, rivendicando tra le altre cose l’illegittimità del suo licenziamento e la sua riassunzione. Il processo è stato rinviato per due volte ed è avvenuto infine nel marzo del 2022, mentre la decisione è arrivata nel dicembre 2022.
La decisione del tribunale riporta tra le altre cose:
“È stato dimostrato che il ricorrente è membro attivo del sindacato di base con nome “Assemblea di Base dei Lavoratori con Bici e Moto” (SVEOD). Per tutta la durata del suo rapporto di lavoro, il ricorrente ha svolto azione sindacale nel suo luogo di lavoro, ha informato i suoi colleghi dei loro diritti sul lavoro, ha esortato i suoi colleghi a scioperare, ha messo in risalto i problemi risultanti principalmente dall’orario di lavoro, dalla mancata fornitura dei Dispositivi di Protezione Individuale così come dalla mancata manutenzione del mezzo, ha distribuito volantini di SVEOD, ha presentato richieste scritte nei confronti del convenuto dove chiedeva il miglioramento delle condizioni di lavoro e il rispetto della legislazione sul lavoro.”
In questo frammento possiamo vedere nero su bianco tutto il lavoro fatto dal collega e dal sindacato, che con approccio metodico e strategico hanno saputo trasportare dentro le aule di tribunale tutto il lavoro sindacale fatto di comune intesa col resto dei colleghi. È una decisione pilota per il futuro, che dimostra come è bene agire nei luoghi di lavoro al fine di rafforzare la nostra posizione ed ottenere risultati. Punto importante della decisione è il riconoscimento (anche da parte del tribunale) che la legge 4611/2019 è stata istituzionalizzata di fatto attraverso la lotta del sindacato.
In modo rivelatorio, la decisione riporta: “È stato dimostrato come in seguito allo sciopero dell’11 aprile 2019 cui si fa riferimento sopra, e come conseguenza di questo, sia stata emanata la legge n. 4611/2019 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del governo il 17 maggio 2019”.
Le continue rivendicazioni dei colleghi di Domino’s Pizza hanno reso i propri frutti: applicazione della legge 4611/2019 per quanto riguarda la fornitura dei Dispositivi di Protezione Individuale, istituzionalizzazione della giornata lavorativa di 8 ore e abolizione dell’orario flessibile. La risposta dell’azienda è stata il licenziamento del collega col pretesto di una presunta scarsa produttività e di comportamento non professionale. Questa è la lingua dei padroni. Anche se tutto funziona a loro vantaggio, non smetteranno mai di ricorrere a menzogne e minacce.
Le bugie però hanno le gambe corte e in fin dei conti, come si dice, la verità salta sempre fuori.
La rivendicazione per la fornitura dei Dispositivi di Protezione Individuale fatta dal collega di comune accordo con altri otto colleghi della stessa sede di Domino’s Pizza, ha portato alla diminuzione delle ore lavorative di Giorgos F., considerato dall’azienda sostanzialmente colpevole per aver rivendicato quanto previsto dalla legge! Il tribunale è della stessa idea: “questa attività del convenuto ha avuto chiaramente carattere vendicativo dal momento che sono state diminuite le ore lavorative del ricorrente e non degli altri suoi colleghi”.
Riguardo alla lotta e al licenziamento del collega G. F. si riporta: “Il convenuto ha proceduto a rescindere il contratto di lavoro del ricorrente muovendosi esclusivamente in termini vendicativi nei suoi confronti, e specificamente a causa del malcontento che la continua e legale azione sindacale del ricorrente ha provocato nei confronti del convenuto, in particolare le attività di protesta cui si fa riferimento sopra, la sua partecipazione a scioperi e l’esortazione nei confronti dei suoi colleghi a partecipare a questi scioperi, così come la sua reazione all’unilaterale modifica in senso sfavorevole del suo orario di lavoro”.
La decisione del tribunale rende giustizia al collega. Gli riconosce gli stipendi arretrati e una somma per danno morale, mentre il fatto essenziale è che considera il licenziamento come vendicativo e riporta: “Di conseguenza la rescissione del contratto di lavoro, la quale è avvenuta per motivi vendicativi ed ostili come conseguenza della attività sindacale del ricorrente, attività legale anche se non ben vista da parte del convenuto, è da ritenersi illegittima, in quanto eccede ovviamente i limiti previsti per il datore di lavoro per l’esercizio dei suoi diritti, così come questi sono imposti tanto dalla buona fede e da un'etica corretta, quanto dal fine sociale ed economico dei suoi diritti.”
La solidarietà è la nostra arma.
“Similmente non è stato dimostrato che il ricorrente abbia provocato tensioni nel luogo di lavoro, e nemmeno è stata provata una mancanza di collaborazione con gli altri lavoratori, specialmente se si considera che ventidue lavoratori in un loro documento indirizzato alla Sede dell’Ispettorato del Lavoro di Agia Paraskevi hanno esposto la loro denuncia nei confronti del licenziamento del ricorrente chiedendo la sua immediata riassunzione.”
Qui possiamo vedere quanto sia importante il supporto e l’unità nella lotta dei colleghi. Che valore abbia la solidarietà e la fratellanza. Quanto determinante può essere per la vittoria, quello che intendiamo quando diciamo “tutti insieme si è più forti!”. La decisione in questione non è piovuta dal cielo. Si è basata sulla fede e la determinazione del collega nella lotta, nel lavoro che lo stesso collega e il sindacato hanno svolto in modo ben strutturato ed organizzato, nelle mobilitazioni strategiche insieme a lavoratori solidali così come molti lavoratori della stessa azienda Domino’s Pizza. Nel collegamento cioè tra lotta istituzionale e di movimento. Lì dove, con la coerenza e la continuità che teniamo alte da anni, si trovano il sindacato e il nostro collega, facendo del sindacalismo di base una prassi.
Con questa decisione viene resa giustizia a quanti credono che vale la pena lottare e rivendicare, perché solo così hai la possibilità di VINCERE. Per noi, per il nostro sindacato, per la nostra classe in generale.
Continueremo ad essere qui, in strada, a vincere e a lottare per la nostra classe. Come facciamo da 15 anni a questa parte.
Collega,
ORGANIZZATI – RIVENDICA – VINCI